Eccoci giunti al quinto ed ultimo carattere individuato da Lowen nel suo lungo lavoro sullo studio della personalità nella terapia bioenergetica.
Il carattere che affrontiamo oggi prende il nome di “carattere rigido” ed è collegato al quinto diritto del bambino, quello di provare sentimenti di amore, che a quell’età vengono espressi anche con un’eccitazione nell’area sessuale, perciò potremmo definirlo il “diritto di amare sessualmente”.
Il carattere che affrontiamo oggi prende il nome di “carattere rigido” ed è collegato al quinto diritto del bambino, quello di provare sentimenti di amore, che a quell’età vengono espressi anche con un’eccitazione nell’area sessuale, perciò potremmo definirlo il “diritto di amare sessualmente”.
Come periodo evolutivo, siamo nell’età che va dai 3 ai 6 anni, nella fase definita da Freud “edipica”.
Sono importanti due precisazioni: la prima riguarda il problema edipico, che è stato studiato da Freud solo della cultura occidentale e in grande maggioranza cristiana.
La seconda è che quando si parla di situazione edipica, ci riferiamo ad uno schema relazionale composto dai due genitori e dal bambino, da una triade.
Perché si crei un problema edipico e, di conseguenza, si formi il carattere rigido, è necessario che il bambino, nella sua evoluzione, non abbia incontrato ostacoli o traumi significativi nelle fasi precedenti.
Proprio per questo motivo, il bambino arriva in questa fase in una forma molto aperta, in una condizione in cui sessualità, cuore, affetti, emozioni e idee sono integrati.
I bambini di quell’età, infatti, non distinguono il sesso dal cuore: la loro sessualità è legata al cuore, al piacere del contatto con il genitore del sesso opposto, contatto gratificante a tutti i livelli.
Le situazioni familiari che generano il carattere rigido sono caratterizzate da uno sfruttamento della sessualità e della naturale competizione del bambino, oppure (o contemporaneamente) da una reazione negativa, umiliante e colpevolizzante dei genitori al manifestarsi di questa sua modo “sessuale” di esprimere il piacere.
Per sessualità non si intende la genitalità, ossia l’attività puramente genitale, ma per sessualità intendiamo tutto l’insieme di sentimenti, emozioni, affetti legati al cuore e alla zona genitale insieme.
Per esempio, se uno dei due genitori non si sente sufficientemente amato dal partner, potrebbe accadere che riversi sul figlio di sesso opposto al suo una serie di aspettative, bisogni, investimenti di piacere (che, attenzione, sono ben lontani dalla seduzione o da situazioni più traumatiche).
Semplicemente cercherà l’amore e il piacere nella relazione con il figlio di sesso opposto. Il bambino, pur muovendosi verso questo genitore, farà molta fatica a sostenere questa mole di affetto e questo iper investimento nei suoi confronti.
Oppure, un altro esempio, potrebbe essere quello di un bambino che manifesta apertamente il suo piacere e la ricerca del genitore del sesso opposto e l’altro genitore disapprova, umilia o manda un messaggio del tipo “così non va bene”, “cosi non si fa”.
In questa situazione il bambino vive una grande ambivalenza perché il genitore del sesso opposto è ricettivo, mentre quello dello stesso sesso è minaccioso.
In questa situazione il bambino vive una grande ambivalenza perché il genitore del sesso opposto è ricettivo, mentre quello dello stesso sesso è minaccioso.
Pertanto, al bambino destinato a diventare un adulto con carattere rigido secondo lo schema di Lowen, viene negato il diritto all’amore sessuato.
La carica con cui il bambino di 3-4 anni si accosta al genitore di sesso opposto è erotica (non genitale), sessuale, con il bacino energeticamente carico e manifesta il diritto ad una sessualità intesa come esperienza eccitatoria della zona pelvica integrata dai sentimenti del cuore.
La carica con cui il bambino di 3-4 anni si accosta al genitore di sesso opposto è erotica (non genitale), sessuale, con il bacino energeticamente carico e manifesta il diritto ad una sessualità intesa come esperienza eccitatoria della zona pelvica integrata dai sentimenti del cuore.
All’origine di questa situazione c’è dunque la difficoltà, comune a molti genitori, di convivere con i sentimenti di passaggio da un coinvolgimento emotivo di tipo pre-genitale, ad un coinvolgimento di diversa qualità.
Molti padri, per evitare il coinvolgimento affettivo ed emotivo nei confronti della figlia femmina sentono il bisogno (inconscio) di chiudere, di andarsene, di bloccare i sentimenti, per il rischio di coinvolgersi.
Nel caso opposto, la risposta materna al piacere del figlio maschio è in generale più sottile, sfumata e sotterranea di quella abdicante del padre ma, nella maggior parte dei casi, rifiutante.
Di fronte all’allontanamento del genitore, ed è questo il punto cruciale, il bambino sente che qualcosa nel suo modo di relazionarsi è cambiato. Nel suo vissuto c’è la sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato e quindi sente vergogna e colpa.
Visto che il bambino è abile e competente, capisce che il suo disagio deriva dalla zona genitale e che è proprio la carica di quella zona ad aver modificato il rapporto con il genitore. Ma siccome il bambino ha bisogno, in questa fase, di mantenere il rapporto con entrambi i genitori, scende ad un compromesso con se stesso: scinde il suo comportamento in una parte lecita (l’affetto) e in una illecita (la genitalità). Taglia fuori gli schemi affettivo-motori che riguardano la sessualità e la competizione.
Da grande, la sua difficoltà sarà quella di lasciarsi andare ai sentimenti e, non di rado, vivrà una scissione tra sesso e amore, non potendole integrare in un’esperienza unica.
L’adulto rigido tenderà ad avere un carattere inflessibile e orgoglioso, con il capo abbastanza alto e la spina dorsale ben eretta. Tali atteggiamenti corporei sarebbero tratti positivi, ma l’orgoglio è eccessivo (quasi ostinazione) e rappresenta una difesa molto forte; allo stesso tempo la rigidità psicologica e muscolare è troppa, con il risultato di un carattere inflessibile.
In generale, le persone con prevalenza di aspetti rigidi, sono orientati verso il mondo esterno, sono ambiziosi, aggressivi e competitivi. La passività è vissuta come vulnerabilità e la loro grande paura è di essere feriti al cuore, nei sentimenti. Si trattengono per evitare il coinvolgimento emotivo.
Il loro corpo è armonioso, proporzionato, appare integrato e connesso. Spesso chi fa molto sport e utilizza il suo corpo in maniera atletica, nasconde un tratto rigido del carattere, in cui c’è competizione e orgoglio e aggressività.
Gli occhi sono brillanti, la pelle ha un buon colorito, i gesti e i movimenti sono vivaci. I punti periferici (testa, mani, piedi) sono abbastanza carichi energeticamente, il chè favorisce la capacità di verificare la realtà esterna prima di agire. Le principali aree di tensione sono nei muscoli lunghi del corpo, specie nella schiena.
Ci sono alcuni sottotipi del carattere rigido: c’è quello denominato “fallico-narcisista” che ha entrambi i sentimenti (di tipo fallico e di cuore) ma ha difficoltà ad averli con la stessa persona. Avverte perciò il bisogno di sedurre e conquistare nell’illusione di poter avere amore, di far innamorare e di essere al centro dell’attenzione, poiché anche lui ha bisogno di essere amato.
C’è poi il sottotipo “istrionico”, che ha come caratteristica l’alta quantità di carica espressiva che impiega nella relazione con l’altro. Risulta essere un carattere “troppo”: troppo deciso, troppo arrabbiato, troppo triste, troppo depresso e così via, con reazioni esagerate.
Anche “l’ossessivo compulsivo” è un sottotipo del carattere rigido, ma con maggiori ferite. Nella sua educazione sono stati prevalenti aspetti punitivi, repressivi ed è stato obbligato a sottostare a norme e valori morali di carattere sessuofobico. Gli è stato chiesto di controllare, dominare con qualsiasi mezzo la manifestazione del suo spontaneo movimento emotivo, sessuale, libidico e competitivo.
Da adulto, questa persona, sarà controllata, moralista, pignolo, perfezionista, attentissimo ai dettagli e spaventatissimo dall’idea di sbagliare.
Anche il carattere rigido, al pari degli altri caratteri, possiede un lato in fiore: è, in genere, una persona carica, energica, estremamente gentile e molto disponibile.