Bon jornu picciotti!
Oi priparamu na ricetta i Lipari, pirchì st’annu stesi ddocu in vacanza i mi purtai pa casa assài mennule.
Capisco che se scrivessi tutta la ricetta di oggi in siculo, partirebbe qualche jastima (trad. Imprecazione) all’istante.
La traduzione di quanto sopra è la seguente: Buongiorno picciotti (questa la capite dai..), oggi prepariamo una ricetta di Lipari, perché quest’anno sono stata lì in vacanza e mi sono portata a casa un bel pò di mandorle.
Visto il nubifragio del weekend? Giustamente ieri era San Martino, non è che potessi sperare nel sole. Vero è che per adesso abbiamo rispettato la tabella di marcia stagionale e ci siamo dilettati in ricette di cachi, castagne, zucche…quindi oggi facciamo una sosta e ci concediamo cartoline di sole e mare.
Come vi dicevo sono stata in vacanza alle Eolie; io stessa ho abitato a Messina una decina di anni e dopo il girovagaggio adesso mescolo un “ma da bò??” con un “attìa amu ninni”.
Come vi avevo anticipato lunedì scorso, l’idea era quella di preparare dei biscotti tipici del periodo dei morti ovvero “gli ossi dei morti”, che non sono quelli che conoscete qui a Parma, ma sono dei dolcetti composti da due parti: una più dura, bianca (una specie di meringa) che rappresenta l’osso, e un’altra più morbida molto profumata ai chiodi di garofano che invece è la carne.
Adesso, con tutto l’amore che voglio a Parma…ma per preparare questi biscotti ci vogliono tre giorni di sole. Vada per il sole un pò meno caldo di quello siculo, ma la speranza in tre giorni consecutivi di bel tempo era davvero chiedere troppo. Quindi, o li facciamo ad aprile e facciamo finta che sia novembre, oppure vi fate spedire dei pacchettini da Messina.
Veniamo a noi, questa è la ricetta dei “Viscotta ‘i casa” (Biscotti di casa, dai su). Non vi svelerò ovviamente come l’ho avuta, ma questi biscotti sono proprio caserecci, niente che voi possiate trovare in pasticceria. Hanno proprio il sapore dei biscotti che si trovano dai fornai o dalla nonna e che è una goduria sgranocchiare sul divano con una copertina sulle gambe.
Lista della spesa per una quantità industriale di biscotti, ma potete ovviamente diminuirla con le dovute proporzioni:
– Menzu chilu i farina
– Menzu chilu i mennule
– Menzu chilu i zucchiru
– tri ova
– nu poco i burru (circa 75gr)
– cannella (che suppongo si dica cannella).
Tostate le mandorle e tritatele con un mixer, oppure usate direttamente la farina di mandorle già pronta. Su una spianatoia mettete la farina, il trito di mandorle, lo zucchero, il burro morbido tagliato a pezzetti e i tuorli. Aggiungete gli albumi montati a neve e lavorate con le mani fino ad ottenere una palla omogenea. Ci vuole un pò eh, perché tutti gli ingredienti si amalgamino bene.
Adesso staccate delle palline della dimensione di un frollino laqualunque e schiacciatelo un pò.
Disponete i biscotti sopra una placca da forno rivestita di carta forno e infornate a 190 gradi. Il tempo di cottura funziona così: se vi piacciono croccanti lasciate che si dorino bene, se avete i denti un pò di qua un pò di là meglio spegnere appena prendono colore.
Adesso che è cosa nota la mia avversione per il freddo e il gelo vado a sgranocchiare biscotti riguardando foto sicule, una ve la faccio vedere qui.
‘ndi sintimu.
Con la gentile collaborazione di “Regali di Rosi” – Galleria Bassa dei Magnani (Parma)