ANALISI BIOENERGETICA: IL CARATTERE MASOCHISTA. A cura di Marcello Zoni

 

Oggi parliamo del carattere definito “masochista”, che si forma all’incirca tra i due e i cinque anni di età in seguito a ripetute frustrazioni che provengono dall’ambiente esterno e che minano il quarto diritto del bambino, quello di affermarsi ed essere libero. 
Il periodo in cui si forma questo carattere coincide grosso modo con quello del carattere psicopatico, ossia nel momento in cui il bambino esce dal suo bisogno di dipendenza orale e incomincia ad esplorare il mondo esterno, con la richiesta implicita di essere autonomo e libero nella scoperta del “mondo”. 
 
Il carattere orale si è proteso per chiedere e non ha ottenuto, mentre il carattere masochista ha potuto protendersi e chiedere ma, una volta ottenuto, ha smesso di protendersi e ha ritirato i suoi slanci e impulsi per andare verso il mondo. 
Questo è accaduto perché all’interno della famiglia si è verificata una lotta di potere, dove amore e accettazione sono combinati con una forte pressione. 
Il quadro familiare in cui cresce il futuro carattere masochista è caratterizzato da una madre dominante, da un padre sottomesso, passivo o assente e da un bambino che entra in conflitto tra l’essere se stesso e il dover far contenta la madre. 
Questi due aspetti, per il bambino non possono essere vissuti in modo integrato, ma come due alternative: o fa contenta la mamma o sé stesso; poiché il bisogno di amore è fondamentale, sceglie di fare contenta la madre rinunciando a sé stesso. 
Questa lotta di potere, tradizionalmente, risale a due momenti fondamentali della vita del bambino: la nutrizione e l’evacuazione.
 
Le classiche frasi “fai il bravo, mangia tutta la pappa…” oppure “fai popò adesso, fai vedere alla mamma quanto sei bravo” sono pressioni notevoli che arrivano al bambino. Pressioni dall’alto (cibo) e pressioni dal basso (evacuazione). 
Tutti i tentativi di resistenza, scatti di collera compresi, vengono schiacciati e pertanto il bimbo è costretto a farli rientrare. 
Il tentativo di controllo eccessivo della madre rispetto a quando, come, cosa deve mangiare e quando e dove fare i bisogni impone un rafforzamento della volontà in un momento in cui il bambino non è ancora maturo per poter svolgere questa funzione. 
Nel carattere masochista c’è quindi un’equivalenza tra canale alimentare e canale emozionale: il canale in cui scorre il cibo è lo stesso coinvolto nelle emozioni perciò il bambino, forzato a mangiare più di quanto sente, deve imparare a “tenere giù” perciò stringe la bocca dello stomaco per evitare di vomitare il cibo in eccesso. 
La stessa cosa avverrà per l’evacuazione. 
La mamma che narcisisticamente non tollera che il bimbo sporchi mutandine e che la impegni in varie operazioni di pulizia costringe il bambino ad avere un’educazione e un controllo precoci sulle condotte di evacuazione. 
Non gli viene solo richiesto di non fare la popò, ma anche di farla a comando. Non solo trattenere ma anche espellere. 
A livello corporeo, è facile intuire che la parte maggiormente interessata da questa dinamica sta tra il diaframma e l’ano, ossia in tutto il tratto gastrointestinale. I muscoli dello stomaco devono aprirsi e chiudersi a comando. La stessa cosa vale per l’ultima parte del tratto intestinale. 
Come dicevo prima, le cure e le attenzioni che il bambino futuro masochista riceve sono eccessive, intrusive, non rispettano i suoi confini e i suoi spazi. 
In questo modo il bambino non è ascoltato nelle sue richieste, e se si arrabbia, verrà fatto sentire in colpa. 
Un altro aspetto, non meno importante, è che il bambino in quel periodo inizia a dire il “no” cioè si rifiuta di eseguire compiti o richieste. Il “no” rappresenta la colonna portante della sua autonomia, che si realizza anche attraverso la capacità di rifiutare. 
Ricevere un giudizio negativo di fronte ai suoi “no”, genera senso di colpa. È presente, quindi, una madre che interferisce con tutte le manifestazioni di autonomia del bimbo, che genera nel bambino un vissuto di inadeguatezza, di sentirsi in colpa, di svalutazione di se stesso che porta ad un sentimento di vergogna e scarso valore di sé. 
A differenza del carattere schizoide e orale, il masochista ha un alto livello di energia, ma questa viene trattenuta nella parte superiore del suo corpo, tra bocca e genitali, ed è tutta compressa nel tronco, come il vapore in una pentola a pressione. 
Ne consegue che ne rimane poca per gli arti, ossia per la sua azione assertiva, di affermazione di sé. 
Inoltre, il blocco dell’energia nel torace, impedisce alla colonna vertebrale di estendersi completamente, con l’effetto di curvargli la schiena in flessione e di spingere il bacino in avanti e le natiche all’indentro. 
La sua respirazione non è mai del tutto completa, trattiene sempre un po’ di aria al suo interno che non gli serve a scopo energetico ma a scopo psicologico: svuotandosi del tutto, infatti, entrerebbe in contatto con la sua vulnerabilità, che gli provocherebbe un dolore e un’angoscia molto forte. 
A livello corporeo, come appena descritto, il masochista si caratterizza per un busto tarchiato, tozzo, molto espanso, pieno di aria e di energia ingorgata. 
In generale il collo è corto, grosso e muscoloso (soprattutto negli uomini) e la gola è chiusa e contratta. La muscolatura del ventre è abbastanza sviluppata, a causa del controllo precoce sui visceri e sullo stomaco. Le gambe e le braccia non sono particolarmente sviluppate, ma nemmeno scariche come i caratteri precedenti. 
L’emozione più lontana dalla consapevolezza è, in questo carattere, la rabbia. Sotto c’è la vergogna, mentre in superficie c’è ansia, caratterizzata da un’alterazione della respirazione. Infine ci sono tristezza e sofferenza. 
Quando interagisce con gli altri, le sue maschere sono “il bravo ragazzo” e “la vittima”. Siccome ha dovuto far contenti gli altri, madre in primis, cerca ancora di rappresentarsi come bravo ragazzo. Oppure, quando è in contatto con la sofferenza, cerca di rappresentarsi come vittima per suscitare l’approvazione degli altri. 
La remissività è la sua tendenza principale, si mostra sottomesso, non protesta e non si ribella, ma nel suo inconscio ci sono astio, risentimento e rancore. 
Le caratteristiche positive del masochista sono l’essere un carattere “sgobbone”, ossia può portare avanti fino allo sfinimento un’attività, si mostra degno di fiducia e può rappresentare una persona alla quale affidarsi, perché è difficile che tradisca la fiducia riposta in lui. 
Ama molto lo sforzarsi, per mantenere uno stato interno di pressione continua; si mostra, infine, amorevole verso gli altri, orgoglioso della sua accondiscendenza e del suo sacrificio, con cui cerca di proiettare un’immagine amabile e accattivante. 

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